Premessa

Infinito come realtà pragmatica, non come concetto per esprimere qualcosa di assoluto, in senso filosofico.

Cantor si accorge immediatamente che se si vuole operare con l'infinito, bisogna automaticamente accettare l'esistenza di tanti infiniti: una intera gerarchia, a sua volta infinita.

La paura di incappare in paradossi maneggiando entità infinite si è dimostrata infondata; piuttosto si rivela delicato parlare di oggetti assoluti e onnicomprensivi, come

facilmente attaccabili con argomentazioni che utilizzano l'autoreferenza (paradosso del mentitore, paradosso di Russell, ...)