- Vabbene. E ora mi metterete a posto tutte le mie informazioni su questi tipi. Bisogna che ve lo dica, Purpulan: tutti questi quadratori mi hanno molto deluso. La lettura delle loro opere è assai triste e monotona. Sono solo degli ignoranti in cerca di gloria a buon mercato: ciò che li attira è che sembra che non ci vogliano molte conoscenze geometriche per risolvere un problema così semplice; i più non ne capiscono neppure l'enunciato. Le confessioni di ignoranza sono a volte sorprendenti. Per esempio, Delhommeau il vecchio, nella sua memoria dal titolo La Palla Misteriosa O Geometrica A Duemila Cinquecento Faccie E Quattro Punti Di Vista Differenti, scrive, un attimo che ritrovo la citazione, ah ecco: << Un giorno che non sapevo che fare delle mie idee, presi una Palla e considerandola con attenzione, compresi che racchiudeva qualcosa di serio, persino di difficile per poter saper qual'è la sua superficie e il suo volume. È vero anche che io non avevo mai studiato la geometria. >>
- Signor Chambernac, sto per scoprire la quadratura del cerchio.
Il direttore aprì la bocca come un pesce sul banco del mercato, unendo alla sua umana sorpresa la muta essenza di questo animale.
- Capisco che la cosa vi possa stupire, continuò Purpulan. Voi forse pensate che sia pazzo come i tipi che andate a scovare nella polvere delle biblioteche, ma lasciatemi raccontare, signore, com'è successo. A forza di riassumere tutti i tentativi che questi hanno fatto, mi sono appassionato al problema e, come dice uno dei vostri soggetti, L. Karcher, << una volta su questa strada, non mi fu più possibile di resistere alla febbre del sapere; le combinazioni nelle quali mi sono avventurato si contano a migliaia; le risme di fogli si seguivano piene di cifre e di figure. Quante gioie effimere, quante attese deluse, che cocenti delusioni dopo dei risultati negativi o scoraggianti! Ma anche che soddisfazione il giorno che come Archimede, esclamai: ho trovato! >>
- Mio povero amico, disse Chambernac, eccovi sistemato. E cos'è che avete trovato.
- Sarebbe un po' lungo da spiegare.
- Immagino.
- Posso tuttavia provare a darvene un'idea.
- Vi ascolto.
- Ebbene, dato un cerchio, definisco una certa curva che determina un certo segmento che è uguale al quoziente tra il quadrato del raggio del cerchio e un quarto della circonferenza. Basta costruire il segmento uguale al quoziente del quadrato del raggio per il suddetto per ottenere il quarto della circonferenza. È tutto.
- E la vostra curva la potete costruire con la riga e il compasso?
- E che cavolo c'entra?
- Ma è lì tutta la questione, pezzo d'asino. La vostra curva è nota fino dall'antichità, mio povero ragazzo. State sfondando una porta aperta, suvvia. Ma non si può costruirla con la riga e il compasso. È questo il problema. Non lo avete ancora capito? Che la quadratura del cerchio è un problema di costruzione geometrica, con la riga e il compasso? No? Non lo avete ancora capito? E che è in questo modo che è impossibile, ecco tutto. E che con la vostra curva non ci riuscite più che gli altri?
Il poveretto mandò un profondo sospiro.
- Insomma, signor Chambernac, ammettete che non era poi così stupido.
- Non dico questo, no.
- E in ogni caso è proprio ridicolo far tante storie per una questione di riga e compasso.
- Così è la matematica, signore: non si scherza con i dettagli, non si mette fretta al rigore e si passa sopra al ridicolo. Insomma, voi non siete un matematico, Purpulan, non più che i miei quadratori.
Ritratto di J.-P. Lucas di suo pugno: << L'autore della Quadratura del cerchio non solo è stato favorito dalla Natura riguardo alle sue qualità intellettuali, ma essa l'ha anche fornito di grandi pregi fisici; [...]
Amico sincero della verità, combatte senza quartiere i bugiardi e gli ipocriti, e in particolare i corruttori e gli intriganti; infine, simile alla natura stessa, di cui è in qualche sorta la rappresentazione vivente, incalza senza pietà i suoi nemici, e li perdona senza rancore quando riconoscono i loro torti.>>